Lettera da Emiliano Morrone |
Scritto da Salvatore Borsellino | |
lunedì 25 febbraio 2008 12:17 | |
Ricevo da Emiliano Morrone... Caro Salvatore, mi è rimasto impresso il tuo discorso sulla "rabbia". Molti giovani, equivocando, piangono quando tu parli. Il ricordo di Paolo è stato nel tempo associato al lutto, a una fine ultima. Questo è l'esito del disegno specifico, scientifico, di chi lo ha ucciso. Tv e giornali ci hanno indotto a lacrimare al pensiero suo e di Giovanni Falcone. E hanno relegato le persone della scorta; che sono mere comparse, se capita. La macchina dello Stato ha compiuto il disorientamento. Col gioco delle emozioni e la finzione del piccolo schermo, la memoria del Pool di Palermo e il significato del suo lavoro sono stati trasformati in senso drammatico. A misura di audience. Per impedirci di coglierne la portata e organizzarne una continuazione in quanto società civile. Ciononostante, riflessivamente e soprattutto con una testimonianza pubblica costante, critica, vigile e profonda, tu hai reagito a questo maledetto tentativo di assassinio istituzionale dell'opera e del valore di Falcone e di tuo fratello. L'opera e il valore di Falcone e Borsellino includono tutte le figure che con loro hanno condiviso paure, speranze e attese d'una lunga lotta alla mafia e di grandi battaglie culturali per liberare la Sicilia - e con essa il Mezzogiorno - dall'opportunismo e dal cannibalismo nei palazzi capitolini. Chi, come te e non pochi altri, pensa che le trame siano state concepite e gestite a Roma, e che oggi il clima di connivenza non sia diverso dall'epoca dello stragismo di Stato, è accusato di follia, mania ed esasperazione della realtà. Mistificazione. Strumentalizzazione. I tuoi sforzi, Salvatore, sono invece preziosi. Con chiarezza, stai dicendo ai più giovani che è finito il tempo della commozione; che non si può più guardare al martirio di Falcone e Borsellino come se si fosse a un cinema del fazzoletto. Occorre divenire consapevoli di come funziona in Italia la giustizia. Consapevoli degli interessi in gioco. Consapevoli delle questioni di potere. Consapevoli che ogni occasione è buona per correggere il tiro e deviare l'attenzione pubblica. Ora, in campagna elettorale è uscito di prepotenza il tema dell'aborto. Grazie al genio di Ferrara, che puntualmente si mostra utile e pronto davanti ai patemi dell'intera casta. Così, il problema della necessità d'una giustizia universale - valida, chiara e buona per tutti - è stato sostituito dal dibattito tecnico e filosofico sull'essenza del feto e i diritti della madre/donna; dimenticando che non c'è diritto senza giustizia e, in primo luogo, non esiste futuro restando nell'ingiusto. Che genere di società si sta formando in Italia? Personalmente, non credo ai profeti del nuovo, dell'innovazione e della risoluzione del conflitto prima che lo stesso avvenga. Non m'incanta la retorica dei valori, delle identità e delle storie, dell'orgoglio e della modernizzazione. La questione fondamentale rimane quella della giustizia. E sono certo che la tua iniziativa - 19luglio1992.com - andrà sempre avanti mantenendo viva la tensione sulla giustizia. Specie presso le nuove generazioni, cui è stato tolto il piacere, ma anzitutto il diritto, di sognare. Pertanto, con umiltà mi schiero al tuo fianco, con la voglia di contribuire, sia pure in piccolo, al tuo progetto, etico e culturale, di concreta attualizzazione dell'insegnamento di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Tuo Emiliano |
2 commenti:
Rimanere vigili
Ciao e buon fine settimana da Maria da Catanzaro.
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