Dopo un lungo giro, siamo finalmente tornati all'opera. Molto è avvenuto nel dicembre 2007 e agli inizi del nuovo anno.
A Messina, con Salvatore Borsellino, abbiamo parlato di giustizia e società civile presso la facoltà di Giurisprudenza (7 dicembre). A Mirto, due giorni dopo, la presentazione di "La società sparente", molto intensa, alla libreria di Bruno Alvaro, un emigrato ritornato in Calabria. A Crotone, il 10 dicembre, ancora una presentazione; stavolta al Liceo Classico Pitagora, insieme, tra gli altri, al collega Vito Barresi. Una bella e significativa accoglienza ovunque, con viva e grande partecipazione di pubblico.
Il 12 dicembre, l'udienza relativa a un ricorso per il sequestro del libro o il depennamento delle pagine 164 e 165, presentato al Tribunale di Cosenza ex art. 700 del codice di procedura civile.
Il 19 dicembre, il provvedimento del giudice, che ha obbligato i resistenti, Francesco Saverio Alessio e il sottoscritto, all'acquisto delle copie della prima edizione del libro "La città sparente" in vendita presso le edicole di San Giovanni in Fiore.
Nell'immediato, grande clamore, con notizie su diverse testate giornalistiche calabresi, che hanno riportato la notizia usando formule come "sequestro del libro" e "ritiro dalle librerie";
benché né il sequestro né il ritiro dalle librerie di "La società sparente", indipendentemente dall'errore relativo al titolo del volume, sia stato disposto dal giudice adito. Strumentalizzazioni della stampa, dimostrazione di giornalismo anglosassone, accertamento puntuale dei fatti o partecipazione al fronte comune in Calabria, spesso denunciato da Alessio e me, contro il libro e gli autori?
Scavando, abbiamo accertato che il legale della controparte, l'avvocato Francesco Caputo, ha diffuso un comunicato dopo la decisione del giudice, che non ci è stato dato di leggere; abbiamo poi appreso che, in almeno una circostanza, riguardante nello specifico il mensile "Il Cittadino", stampato e diffuso a San Giovanni in Fiore (Cs), la relativa notizia è stata fornita alla redazione dal medesimo professionista, che ha dialogato col direttore editoriale della testata, il giornalista Antonio Mancina. Noi non sappiamo in che modo la notizia sia stata passata. Non conosciamo gli elementi portati alla sua attenzione. Avevamo già risposto con il nostro legale, l'avvocato Francesco Siciliano, a un articolo pubblicato dal giornale "Il Quotidiano della Calabria" e firmato dallo stesso Mancina. Nel pezzo, si parlava di ritiro dalle librerie e dalle edicole di "La società sparente". Il libro, è bene rammentarlo, è venduto in tutta Italia.
Una cosa è certa: il provvedimento del giudice designato ha un testo, che non è opinabile né suscettibile di interpretazioni politiche. Questo stabilisce un obbligo preciso, fatta salva - per la controparte - la possibilità di chiedere solo una rettifica del titolo o un reclamo sul deciso: i resistenti devono acquistare tutte le copie residue della prima edizione del libro "La città sparente" in vendita presso le edicole di San Giovanni in Fiore.
A chi legge, e a chi ci segue, vogliamo dare concreti elementi di valutazione. Ognuno si faccia la sua idea di quanto è successo. Dopo il provvedimento in questione, c'erano a San Giovanni in Fiore pochissime copie della prima edizione di "La società sparente": 22, nel complesso, in due sole edicole. Riguardo alla seconda edizione, ribadendo quanto già scritto nelle pagine sottoposte alla valutazione del giudice, cioè di non aver (noi) imputato il ricorrente di alcun reato e di aver escluso suoi coinvolgimenti in fatti illeciti, Alessio e io abbiamo deciso di censurarci. Lo abbiamo fatto consapevolmente: dopo le minacce ricevute e le diverse intimidazioni, abbiamo pensato che servisse una ulteriore sottolineatura circa l'ambiente calabrese. Siccome incide di più il non detto, o, meglio, il non scritto, abbiamo scelto di lasciare completamente bianche le pagine incriminate.
Si tratta di un'azione che, ben oltre la questione di merito, mira a informare l'Italia intera, e non solo, dei rischi che corre chi racconta storie e vicende del malaffare in Calabria; dove, vale ricordarlo, la morte fisica o dell'anima continuano a essere la sorte di chi non cede alla 'ndrangheta.
Ad Alessio e a me non importa alcunché del ricorrente, sul quale già abbiamo fatto tutte le nostre precisazioni, anche rispondendo a giornalisti della stampa nazionale. La denuncia contenuta nel nostro testo è altro, molto altro; e non può mai ricondursi al mero riferimento, strumentale, a un imprenditore che peraltro è stato garantito dagli autori rispetto a voci che nel '97 si rincorrevano contro la sua reputazione.
In Calabria la regola è che si può scrivere niente, se non esaltando personaggi, anzitutto politici, che partecipano in modo significativo alla distruzione del patrimonio culturale e del potenziale turistico e umano della regione.
E' singolare il fatto che nel nostro comune d'origine, San Giovanni in Fiore, dal primo cittadino, il sindaco Antonio Nicoletti (già Rosa nel pugno), a vari professionisti, si sia confinata la denuncia contenuta nel testo - già nella prima edizione - al caso, licenziamolo così per comodità espositiva, di qualche esponente della borghesia del posto, mai accusato od oltraggiato dagli autori. Ed è paradossale che una politica, sia pure locale, comunque toccata da profonde e diffuse esigenze di rinnovamento e trasparenza, non abbia voluto confrontarsi su un testo che, per dirla col giornalista Roberto Galullo, del quotidiano Il Sole 24 Ore, "mette pesantemente in discussione" la classe dirigente calabrese (si ascolti, in proposito, la trasmissione radiofonica Un abuso al giorno, toglie il codice d'intorno, su Radio 24, del 6 dicembre 2007).
Ma la Calabria, lo abbiamo scritto molte volte, è terra d'affari e di conquista, di interessi personali e carriere politiche facili. L'assistenzialismo continua e, come dimostra la vicenda della discarica della località Vetrano, nei pressi di Caccuri (Kr), presso cui sono riversati i rifiuti di troppi comuni calabresi, i problemi gravi continuano, irrisolti, nel silenzio istituzionale e collettivo. Il Comune di San Giovanni in Fiore, che già aveva raddoppiato i costi pubblici per lo smaltimento dei rifiuti, affidando la gestione del servizio al Consorzio Vallecrati, gestito in prima persona da Vincenza Bruno Bossio, già indagata da De Magistris, sta chiedendo a molti fuori sede tasse arretrate da capogiro, anche a proprietari di vecchie case coloniche. Ciò per la nettezza urbana. La ragione sfugge alle masse.
Si sa che questo Comune è sull'orlo del dissesto finanziario per causa di una serie di azioni legali vinte, contro l'ente pubblico, da centinaia di operai dell'ex Fonso sollievo della disoccupazione, una misura d'assistenza concepita a livello regionale per arginare una rabbia collettiva derivante dalla mancanza di lavoro e manifestata, a più riprese, tra la fine degli anni Otttanta e l'inizio degli anni Novanta. In pratica, gli operai di questo Fondo non furono adeguatamente corrisposti per lavori svolti per conto del Comune.
A Caccuri, invece, si è costituito un comitato di cittadini che intende vigilare sulla situazione della discarica, divenuta insostenibile per il fatto che si sta verificando un inquinamento ambientale molto al di sopra della soglia limite.
Il 3 gennaio 2008, abbiamo presentato "La società sparente" a Caccuri, insieme all'associazione Arco di Muro rotto.
Il 10 gennaio, invece, siamo stati a Messina e, insieme a Sonia Alfano e ai giovani dell'associazione Energia messinese, abbiamo parlato, nel Salone degli Specchi della Provincia, di magistratura e società civile. Nel pomeriggio, abbiamo presentato il libro presso la libreria Hobelix, sempre nella città dello Stretto. Lo stesso giorno, è giunta in serata la notizia della condanna, per rapporti con la mafia, di Marcello Mondello e Giovanni Lembo; l'uno già capo dei gip di Messina, l'altro magistrato della Direzione nazionale Antimafia.
Con Sonia Alfano, abbiamo riflettuto sul grave silenzio intorno all'imminente decisione del Csm sul sostituto Luigi De Magistris, che rappresenta, ormai, l'Italia che grida giustizia.
I ragazzi di Energia messinese sono molto attivi e, secondo Sonia, Salvatore Borsellino e me, sono per certo da considerare un modello, specie per le ultime generazioni, di coscienze - e menti - legate alla propria terra e animate da uno spirito di vera emancipazione culturale e sociale.
Riprendiamo la battaglia a difesa di De Magistris e dell'indipendenza della magistratura. Il Csm deciderà a giorni sulla richiesta di trasferimento del pm. Facciamo sentire la nostra voce.
Emiliano Morrone
A Messina, con Salvatore Borsellino, abbiamo parlato di giustizia e società civile presso la facoltà di Giurisprudenza (7 dicembre). A Mirto, due giorni dopo, la presentazione di "La società sparente", molto intensa, alla libreria di Bruno Alvaro, un emigrato ritornato in Calabria. A Crotone, il 10 dicembre, ancora una presentazione; stavolta al Liceo Classico Pitagora, insieme, tra gli altri, al collega Vito Barresi. Una bella e significativa accoglienza ovunque, con viva e grande partecipazione di pubblico.
Il 12 dicembre, l'udienza relativa a un ricorso per il sequestro del libro o il depennamento delle pagine 164 e 165, presentato al Tribunale di Cosenza ex art. 700 del codice di procedura civile.
Il 19 dicembre, il provvedimento del giudice, che ha obbligato i resistenti, Francesco Saverio Alessio e il sottoscritto, all'acquisto delle copie della prima edizione del libro "La città sparente" in vendita presso le edicole di San Giovanni in Fiore.
Nell'immediato, grande clamore, con notizie su diverse testate giornalistiche calabresi, che hanno riportato la notizia usando formule come "sequestro del libro" e "ritiro dalle librerie";
benché né il sequestro né il ritiro dalle librerie di "La società sparente", indipendentemente dall'errore relativo al titolo del volume, sia stato disposto dal giudice adito. Strumentalizzazioni della stampa, dimostrazione di giornalismo anglosassone, accertamento puntuale dei fatti o partecipazione al fronte comune in Calabria, spesso denunciato da Alessio e me, contro il libro e gli autori?
Scavando, abbiamo accertato che il legale della controparte, l'avvocato Francesco Caputo, ha diffuso un comunicato dopo la decisione del giudice, che non ci è stato dato di leggere; abbiamo poi appreso che, in almeno una circostanza, riguardante nello specifico il mensile "Il Cittadino", stampato e diffuso a San Giovanni in Fiore (Cs), la relativa notizia è stata fornita alla redazione dal medesimo professionista, che ha dialogato col direttore editoriale della testata, il giornalista Antonio Mancina. Noi non sappiamo in che modo la notizia sia stata passata. Non conosciamo gli elementi portati alla sua attenzione. Avevamo già risposto con il nostro legale, l'avvocato Francesco Siciliano, a un articolo pubblicato dal giornale "Il Quotidiano della Calabria" e firmato dallo stesso Mancina. Nel pezzo, si parlava di ritiro dalle librerie e dalle edicole di "La società sparente". Il libro, è bene rammentarlo, è venduto in tutta Italia.
Una cosa è certa: il provvedimento del giudice designato ha un testo, che non è opinabile né suscettibile di interpretazioni politiche. Questo stabilisce un obbligo preciso, fatta salva - per la controparte - la possibilità di chiedere solo una rettifica del titolo o un reclamo sul deciso: i resistenti devono acquistare tutte le copie residue della prima edizione del libro "La città sparente" in vendita presso le edicole di San Giovanni in Fiore.
A chi legge, e a chi ci segue, vogliamo dare concreti elementi di valutazione. Ognuno si faccia la sua idea di quanto è successo. Dopo il provvedimento in questione, c'erano a San Giovanni in Fiore pochissime copie della prima edizione di "La società sparente": 22, nel complesso, in due sole edicole. Riguardo alla seconda edizione, ribadendo quanto già scritto nelle pagine sottoposte alla valutazione del giudice, cioè di non aver (noi) imputato il ricorrente di alcun reato e di aver escluso suoi coinvolgimenti in fatti illeciti, Alessio e io abbiamo deciso di censurarci. Lo abbiamo fatto consapevolmente: dopo le minacce ricevute e le diverse intimidazioni, abbiamo pensato che servisse una ulteriore sottolineatura circa l'ambiente calabrese. Siccome incide di più il non detto, o, meglio, il non scritto, abbiamo scelto di lasciare completamente bianche le pagine incriminate.
Si tratta di un'azione che, ben oltre la questione di merito, mira a informare l'Italia intera, e non solo, dei rischi che corre chi racconta storie e vicende del malaffare in Calabria; dove, vale ricordarlo, la morte fisica o dell'anima continuano a essere la sorte di chi non cede alla 'ndrangheta.
Ad Alessio e a me non importa alcunché del ricorrente, sul quale già abbiamo fatto tutte le nostre precisazioni, anche rispondendo a giornalisti della stampa nazionale. La denuncia contenuta nel nostro testo è altro, molto altro; e non può mai ricondursi al mero riferimento, strumentale, a un imprenditore che peraltro è stato garantito dagli autori rispetto a voci che nel '97 si rincorrevano contro la sua reputazione.
In Calabria la regola è che si può scrivere niente, se non esaltando personaggi, anzitutto politici, che partecipano in modo significativo alla distruzione del patrimonio culturale e del potenziale turistico e umano della regione.
Di "La società sparente" esiste, dunque, una seconda edizione, uscita il 16 dicembre 2007.
La stessa documenta irregolarità, indagati e reati eccellenti della Calabria, terra di nessuno. Racconta uccisioni dolose e colpose, imputabili a un perverso sistema di corruzione, opportunismo e clientelismo. Dagli abusi a San Giovanni in Fiore (Cs), capitale italiana dell’assistenzialismo e bacino di voti determinanti, al progetto politico di subordinare la società calabrese, privandola di risorse, voci e reazioni. Dal futuro impossibile dei giovani, al loro reclutamento nell’esercito della ’ndrangheta o in gruppi politici capeggiati da inquisiti. Da paradossi elettorali al torbido nel Consiglio regionale. Dai comitati d’affari per l’accaparramento di fondi europei a dubbi comportamenti della magistratura, forse legata, a volte, a pericolosi potentati.
La critica degli autori alla «casta» è nominativa, diretta e spietata.
Si ricostruiscono le sorti e i retroscena di Why not, inchiesta del pm Luigi De Magistris che ha coinvolto il presidente del Consiglio italiano Romano Prodi e il ministro della Giustizia Clemente Mastella. Del popolo che difende il giudice e l’indipendenza della magistratura sono descritti impegno, iniziative e potenzialità.
La nuova edizione di "La società sparente" mostra come l’inquietante caso della Calabria appartenga a tutta la nazione, visti i rapporti in gioco.
Con le testimonianze di coraggiose voci dell’antimafia, di cui Salvatore Borsellino è considerato riferimento, gli autori auspicano che in ogni realtà italiana si scriva un "La società sparente". Fiduciosi che la letteratura, il web e i movimenti impegnati rimuovano finalmente la rassegnazione e la gestione privata della cosa pubblica in Italia.
La stessa documenta irregolarità, indagati e reati eccellenti della Calabria, terra di nessuno. Racconta uccisioni dolose e colpose, imputabili a un perverso sistema di corruzione, opportunismo e clientelismo. Dagli abusi a San Giovanni in Fiore (Cs), capitale italiana dell’assistenzialismo e bacino di voti determinanti, al progetto politico di subordinare la società calabrese, privandola di risorse, voci e reazioni. Dal futuro impossibile dei giovani, al loro reclutamento nell’esercito della ’ndrangheta o in gruppi politici capeggiati da inquisiti. Da paradossi elettorali al torbido nel Consiglio regionale. Dai comitati d’affari per l’accaparramento di fondi europei a dubbi comportamenti della magistratura, forse legata, a volte, a pericolosi potentati.
La critica degli autori alla «casta» è nominativa, diretta e spietata.
Si ricostruiscono le sorti e i retroscena di Why not, inchiesta del pm Luigi De Magistris che ha coinvolto il presidente del Consiglio italiano Romano Prodi e il ministro della Giustizia Clemente Mastella. Del popolo che difende il giudice e l’indipendenza della magistratura sono descritti impegno, iniziative e potenzialità.
La nuova edizione di "La società sparente" mostra come l’inquietante caso della Calabria appartenga a tutta la nazione, visti i rapporti in gioco.
Con le testimonianze di coraggiose voci dell’antimafia, di cui Salvatore Borsellino è considerato riferimento, gli autori auspicano che in ogni realtà italiana si scriva un "La società sparente". Fiduciosi che la letteratura, il web e i movimenti impegnati rimuovano finalmente la rassegnazione e la gestione privata della cosa pubblica in Italia.
E' singolare il fatto che nel nostro comune d'origine, San Giovanni in Fiore, dal primo cittadino, il sindaco Antonio Nicoletti (già Rosa nel pugno), a vari professionisti, si sia confinata la denuncia contenuta nel testo - già nella prima edizione - al caso, licenziamolo così per comodità espositiva, di qualche esponente della borghesia del posto, mai accusato od oltraggiato dagli autori. Ed è paradossale che una politica, sia pure locale, comunque toccata da profonde e diffuse esigenze di rinnovamento e trasparenza, non abbia voluto confrontarsi su un testo che, per dirla col giornalista Roberto Galullo, del quotidiano Il Sole 24 Ore, "mette pesantemente in discussione" la classe dirigente calabrese (si ascolti, in proposito, la trasmissione radiofonica Un abuso al giorno, toglie il codice d'intorno, su Radio 24, del 6 dicembre 2007).
Ma la Calabria, lo abbiamo scritto molte volte, è terra d'affari e di conquista, di interessi personali e carriere politiche facili. L'assistenzialismo continua e, come dimostra la vicenda della discarica della località Vetrano, nei pressi di Caccuri (Kr), presso cui sono riversati i rifiuti di troppi comuni calabresi, i problemi gravi continuano, irrisolti, nel silenzio istituzionale e collettivo. Il Comune di San Giovanni in Fiore, che già aveva raddoppiato i costi pubblici per lo smaltimento dei rifiuti, affidando la gestione del servizio al Consorzio Vallecrati, gestito in prima persona da Vincenza Bruno Bossio, già indagata da De Magistris, sta chiedendo a molti fuori sede tasse arretrate da capogiro, anche a proprietari di vecchie case coloniche. Ciò per la nettezza urbana. La ragione sfugge alle masse.
Si sa che questo Comune è sull'orlo del dissesto finanziario per causa di una serie di azioni legali vinte, contro l'ente pubblico, da centinaia di operai dell'ex Fonso sollievo della disoccupazione, una misura d'assistenza concepita a livello regionale per arginare una rabbia collettiva derivante dalla mancanza di lavoro e manifestata, a più riprese, tra la fine degli anni Otttanta e l'inizio degli anni Novanta. In pratica, gli operai di questo Fondo non furono adeguatamente corrisposti per lavori svolti per conto del Comune.
A Caccuri, invece, si è costituito un comitato di cittadini che intende vigilare sulla situazione della discarica, divenuta insostenibile per il fatto che si sta verificando un inquinamento ambientale molto al di sopra della soglia limite.
Il 3 gennaio 2008, abbiamo presentato "La società sparente" a Caccuri, insieme all'associazione Arco di Muro rotto.
Il 10 gennaio, invece, siamo stati a Messina e, insieme a Sonia Alfano e ai giovani dell'associazione Energia messinese, abbiamo parlato, nel Salone degli Specchi della Provincia, di magistratura e società civile. Nel pomeriggio, abbiamo presentato il libro presso la libreria Hobelix, sempre nella città dello Stretto. Lo stesso giorno, è giunta in serata la notizia della condanna, per rapporti con la mafia, di Marcello Mondello e Giovanni Lembo; l'uno già capo dei gip di Messina, l'altro magistrato della Direzione nazionale Antimafia.
Con Sonia Alfano, abbiamo riflettuto sul grave silenzio intorno all'imminente decisione del Csm sul sostituto Luigi De Magistris, che rappresenta, ormai, l'Italia che grida giustizia.
I ragazzi di Energia messinese sono molto attivi e, secondo Sonia, Salvatore Borsellino e me, sono per certo da considerare un modello, specie per le ultime generazioni, di coscienze - e menti - legate alla propria terra e animate da uno spirito di vera emancipazione culturale e sociale.
Riprendiamo la battaglia a difesa di De Magistris e dell'indipendenza della magistratura. Il Csm deciderà a giorni sulla richiesta di trasferimento del pm. Facciamo sentire la nostra voce.
Emiliano Morrone
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