venerdì 16 novembre 2007

E adesso Mastella quereli anche me

già sul sito di Ammazzateci tutti



di Salvatore Borsellino
venerdì 16 novembre 2007
Clemente MastellaRicevo da Benny Calasanzio la lettera allegata, una lettera piena di dignita’ e di disgusto per l’ultima, inaccettabile esternazione del signor Clemente Mastella, mi ripugna adoperare per questo personaggio il titolo di Ministro della Repubblica, che ha annunciato di avre intenzione di querelare Beppe Grillo per le sue dichiarazioni al Parlamento Europeo e di volere devolvere gli eventuali proventi di questa querela ai familiari delle vittime della mafia.
La minaccia di querela e’ uno spauracchio che viene ormai correntemente usato come surrogato degli “avvertimenti mafiosi” da poltici che hanno dimestichezza con questo tipo di procedure, per cercare di tacitare le accuse che loro rivolte da giornalisti, scrittori, presentatori e anche persone comuni che scrivono in rete e sui blog.

Lo stesso signor Mastella, non molto tempo fatto non trovò di meglio per replicare alle accuse che gli avevo rivolte con lettere aperte pubblicate in rete e nel corso della trasmissione di Anno Zero che ricordarmi di “avere fatto concedere la pensione alla famiglia Borsellino”.
In quella occasione replicai in primo luogo al signor Mastella che non si tratta della “concessione” di un Ministro, ma di un “riconoscimento” da parte dello Stato, ma probabilmente lo stesso signor Mastella e’ troppo abituato alle consuetudini clientelari per afferrare la differenza.
In secondo luogo che, per quanto mi riguarda, oltre a non essere ovviamente beneficiari di alcuna pensione, ho persino rinunciato a richiedere la “provisionale” che avrei potuto richiedere come parte civile nel processo per l’assassinio di mio fratello perche’ quello che mi aspetto dallo Stato è solo Giustizia e non provvedimenti economici.
Ma probabilemte il signor Mastella non e’ competente neanche in fatto di Giustizia e quindi non ha ritenuto di darmi una risposta.

Per finire poi ricordo allo stesso signor Mastella che nelle sue afferrmazioni fatte al Parlamento Europeo Beppe grillo non fa altro che riportare quanto da me gia’ affermato in un lettera aperta del 20 Settembre nella quale affermavo, tra l’altro :
Ieri era stato necessario uccidere uno dopo l’altro due giudici che da soli combattevano una lotta che lo Stato Italiano non solo si è sempre rifiutato di combatter ma che ha spesso combattuto dalla parte di quello che avrebbe dovuto essere il nemico da estirpare e spesso ne ha armato direttamente la mano.
Oggi non serve più neanche il tritolo, oggi basta,alla luce del sole, avocare un’indagine nella quale uno dei pochi giudici coraggiosi rimasti stava ad arrivare al livello degli “intoccabili”, perché tutto continui a procedere come stabilito.
Perché questa casta ormai avulsa dal paese reale e dalla gente onesta che ancora esiste, anche se colpevole di un silenzio che ormai si confonde con l’indifferenza se non con la connivenza, possa continuare a governare indegmanete il nostro paese e a coltivare i propri esclusivi interessi in uno Stato che ormai considera di propria esclusiva proprieta’.
Oggi basta che un ministro indegno come il signor Mastella ricatti un imbelle capo del Governo, forse anche egli coinvolto nelle stesse vicende, minacciando una crisi di governo, perchè tutta una classe politica faccia quadrato intorno al suo degno rappresentante e il messaggio arrivi forte e chiaro ai vertici molli della magistratura

Ecco quanto ho scritto e riaffermo.

Se il signor Mastella ritiene di dover querelare per le sue fasi Beppe Grillo, lo prego di fare la stessa cosa anche nei miei confronti, mi potrà così poi devolvere, come familiare di una vittima della mafia, una parte dei proventi che gli deriveranno dalla messa in pratica del suo “avvertimento”.
Alla lettera di Benny Calasanzio non ritengo di poter aggiungere altro se non che mi associo alla sua richiesta fatta per conto della propria famiglia.
E’ cosi’ piena di dignità offesa e di disgusto per le squallide dichiarazioni dei politici cui fa riferimento che ogni altra parola sarebbe superflua.

Salvatore Borsellino
fratello del magistrato Paolo Borsellino



Mi ritrovo qui, ad un anno di distanza, a scrivere una lettera dai contenuti identici a quella dell’anno prima.
Devo di nuovo scendere in campo per difendermi e per difendere la mia famiglia, soprattutto mio nonno e mio zio che oggi non ci sono più e non possono farlo da soli.

Un anno fa scrivevo al presidente della regione Sicilia, Cuffaro, per chiedergli di tenersi stretti i volgari denari che gli sarebbero pervenuti dai processi vinti contro i suoi diffamatori anziché devolverli alle famiglie delle vittime di mafia.
Non fosse altro perché egli stesso era indagato per mafia.

E un bracconiere che sostiene il Wwf non sarebbe stato credibile.
Oggi devo di nuovo intervenire e ricordare, questa volta al ministro della giustizia Mastella, che i familiari di vittime di mafia non sono una merce elettorale, né un modo per giustificare querele per diffamazione e farle sembrare più buone.

E’ di oggi infatti, la notizia che il ministro Mastella querelerà Beppe Grillo per delle sue dichiarazioni, è devolverà ai familiari di vittime di mafia l’indennizzo che prevede di percepire.

E’ squallido l’atteggiamento e la mentalità di personaggi come Mastella, che si scomodano e ci chiamano in causa per promettere spiccioli a quelli che forse vedono come morti di fame che elemosinano, dimenticandosi che non è di denaro che abbiamo sete, ma di giustizia e di verità, anche in casi che nulla hanno a che fare con i nostri personali trascorsi ma che ci darebbero speranza per il futuro, come quello De Magistris. E io e la mia famiglia oggi siamo stanchi di subire queste reiterate offese alla nostra dignità e a quella dei nostri cari che sono stati uccisi da un’associazione criminale chiamata mafia, ma anche da uno stato che non ha saputo proteggere un uomo come mio nonno che cercava verità per il figlio ucciso, a cui ha concesso solo una pistola per difendersi.

Sono disgustato e fatico a rimanere composto e a mantenere un linguaggio degno della memoria dei miei parenti, ma la rabbia, l’indignazione verso un personaggio come Mastella, che si eleva a nostro paladino è tanta, e questa volta non tollereremo questo ennesimo atto di sprezzante carità.

Ci ha provato Cuffaro, adesso Mastella.
Ma perché in Italia è così difficile essere lasciati in pace, lontani da becere diatribe politiche, a condurre una personale lotta per la memoria, per il ricordo dei propri cari e di tutti quelli che come loro credevano e sono morti per la giustizia.

Perché non si può rimanere da soli, ad assimilare e metabolizzare un dolore che ci ha sconvolto l’esistenza?
Ho capito che in Italia non si può. Ogni giorno dobbiamo subire un “nuovo arrembante” che getta fango su delle famiglie che per colpa della mafia ancora piangono.

Ogni giorno un nuovo eroe che si mette in bocca parole su cui invece dovrebbe riflettere e fare mea culpa.
Un giorno ci tocca sentire il presidente dell’assemblea siciliana Miccichè dire che è un brutto simbolo intitolare l’aeroporto di Palermo a Falcone e Borsellino perché ricordano la mafia.

Quello dopo un ministro della repubblica indagato abuso d’ufficio, finanziamento illecito dei partiti e truffa che vuole diventare nostro azionista e darci i soldi di Beppe Grillo, colpevole di salvaguardare a Strasburgo un giudice che lui vorrebbe fuori gioco.

Il rispetto, il senso dello stato non si vende e non si compra, per diamine.
Io sono stanco, sfiancato.
Sono stanco di dovere difendere i miei parenti non da mafiosi o criminali, che sarebbe anche una mia prerogativa e una scelta di vita che ho fatto, ma da gente che dovrebbe far di tutto per starci accanto e per aiutarci.

Ma come ci si può permettere di parlare di soldi, di fare i gradassi su questioni così delicate.
La famiglia Calasanzio rifiuta formalmente ogni contributo, ogni centesimo proveniente da queste fonti, non perché siamo ricchi od arroganti, ma perché abbiamo vissuto una tragedia che ci ha duramente messi alla prova, e perché vorremmo solo una buona politica, un impegno serio per stare accanto a quelle famiglie come la nostra che sono state colpite da un associazione criminale.

La dignità non si compra, caro ministro, continui per la sua strada, lasciandoci in pace, perché siamo gente onesta, modesta e composta, che non vogliamo mai essere confusi con chi fa la guerra alla magistratura democratica che porta avanti le proprie indagine con rispetto sia per la parte offesa che per gli indagati.

Una magistratura che mai ci ha giovato, regalandoci solo una condanna per il killer di mio nonno e tanta sofferenza, ma che nonostante questo mai ci sentiremmo di attaccare e demonizzare, perché rappresenta la giustizia, l’unica e l’ultima cosa in cui crediamo.
Benny Calasanzio

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